Dopo le primarie per il Sindaco di Prato e del Presidente della Provincia di Prato è il momento di fare il punto sulla situazione della sinistra pratese per stabilire il percorso che ci porterà alle elezioni europee ed amministrative del 6 e 7 giugno.
Dobbiamo essere tutti consapevoli che anche nella nostra città e nella provincia la costruzione de La Sinistra è irta di difficoltà e incerta nel suo realizzarsi.
So per certo però che sarà destinata al sicuro fallimento se questo percorso dovesse ancora dipendere da alchimie di gruppi dirigenti, se le posizioni e le ambizioni personali (pur legittime), prendessero il sopravvento rispetto al disegno generale, se la decisione di ognuno di noi di partecipare a questa fase così ambiziosa e difficile, fosse presa sulla base di egoismi e ripicche.
Come abbiamo già sperimentato in altri casi se La Sinistra dovesse essere il risultato della fusione di organizzazioni e gruppi dirigenti, ciò comporterà il sicuro fallimento, quel virus letale che ogni tanto ci attanaglia e che lavora alla disgregazione.
Sono invece i compagni, le donne e gli uomini, le ragazze ed i ragazzi, i soggetti che hanno mostrato entusiasmo e consapevolezza per questo obiettivo per la costruzione di questo nuovo partito che devono avere voce.
Entusiasmo che però è merce altamente deperibile e volatile che bisogna coltivare e prendersi cura con dedizione e fatica, giorno per giorno.
Dedicarsi con spirito costruttivo e confrontarsi in piena libertà, anche perché nessuno pensi che la sinistra possa realizzarsi pienamente alla sua prima presenza elettorale. Non si tratta cioè di un progetto “per giugno”. C’è molta trama da filare per riannodare quel filo rosso che ci lega per produrre iniziativa e cultura politica nuova che ci accompagni in questo momento così difficile e delicato.
Il risultato anche delle primarie ci fa capire che non basta muoversi nell’astrazione, disegnando strategie e soprattutto tattiche elettorali che non fanno i conti con le persone e i lavori incorso, prospettando soluzioni che paiono talvolta inconsistenti.
Costruire una soggetto politico non identitario, ma in grado di cogliere la ricchezza di diverse culture, non per mediare tra le diversità ma per dare corpo a un progetto di società che risponda ad esigenze di libertà, di eguaglianza, di sviluppo e di dignità del lavoro e della persona. Un soggetto politico che si radichi nel territorio, nei posti di lavoro, nelle scuole, se, infatti, fosse necessario pensare ad una struttura politica organizzativamente “nuova”, non bisognerebbe dimenticare che il nuovo convive con il vecchio.
E bisogna aver chiaro che il tempo è questo, il momento è giunto.
Che non ne avremo altro.
Che in politica il tempo, i tempi sono una variabile importantissima, per affermare libertà ed eguaglianza, allora, fuori da tatticismi, fuori da personalismi, estranei ad alchimie programmatiche, lavoriamo seriamente e diamo fiducia a tanti compagni e amici che anche da noi si sono fidati di questa speranza.
Al Lavoro Compagni
Andrea Monni - Sd Prato
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