giovedì 31 luglio 2008

LA VARIANTE...........DA SINISTRA

I rappresentanti delle forze che sottoscrivono questo documento, hanno ritenuto utile individuare percorsi di riqualificazione generale della città e in particolare la necessità di riqualificare l’asse della “declassata” così che esso potesse rappresentare un occasione di rilancio socio economico per la città di Prato. il percorso ipotizzato all’inizio della discussione su questo tema, teso ad offrire alla città di Prato nuove occasioni di rilancio, con l’obiettivo di catalizzare nuovi e più incisivi attori economici che operino sul nostro territorio era e resta elemento su cui porre il massimo interesse ed attenzione.

I presupposti di partenza infatti, in linea generale sono condivisibili e sono supportati da una politica regionale che opera un necessario disegno di diffusione territoriale di funzioni pregiate anche fuori dal capoluogo toscano, intendendo investire risorse in un ottica di ambito metropolitano. Da qui deve nascere secondo noi una concreta opportunità di riqualificazione di parti importanti della nostra città, con la finalità di garantire livelli di benessere ai suoi abitanti, di realizzare spazi a verde fruibili, di attuare un riequilibrio tra spazi pubblici ed aree residenziali
L’obiettivo è ambizioso, ma è necessario, per ricreare le condizioni per rilancio socio economico, che vengano contrastati gli effetti negativi delle rendite di posizione presenti nel tessuto produttivo pratese, le quali incidono negativamente sul campo della distribuzione dei redditi, sul grado di competitività delle imprese ed in generale sulla propensione all’investimento.

Chiediamo che vengano rimosse tutte le discrasie e contaddizioni che hanno caratterizzato alcune fasi del processo complessivo della variante sulla declassata , basti pensare al raddoppio della declassata e alla tramvia che sono sicuramente interventi, allo stato attuale, difficilmente conciliabili. A ciò si è aggiunto un meccanismo di sovrapposizione e concorrenza dei soggetti protagonisti nella progettazione di un interevento così importante.
Ciò ci fa ritenere che la variante di anticipazione non sia “matura” nei suoi elementi progettuali sui quali non si può ritenere concluso il confronto e quindi, ci pare prematuro ogni decisione definitiva.

La seconda questione che ci fa avanzare delle perplessità riguarda la crescita urbana di Prato che non si fonda su dati aggiornati sottoposti ad un attento lavoro di studio, ad esempio occorre valutare con attenzione le proiezioni demografiche che interessereranno il nostro territorio. Relativamente al consumo di suolo ad esempio sia nel Piano Secchi che nel PTC esso viene considerato elemento problematico e su questo non si è discusso a sufficienza. La stessa legge Regionale 1/2005 impone il criterio dell’uso di nuovo solo quando non altrimenti possibile, vedi ragionamento sulle Aree dismesse. La proposta è quella di implementare l’ufficio di Piano con competenze specifiche, con un lavoro di apertura e confronto con le realtà che studiano il nostro territorio.
Dal punto di vista della realizzazione di residenza, uffici e servizi riteniamo che non vi sia una attenta e compiuta riflessione, pertanto occorrerà approfondire il lavoro nella fase di aggiornamento del regolamento urbanistico, che dovrà fondarsi su un maggior grado di coinvolgimento di tutte le forze politiche. Dato che gli studi e le previsioni, soprattutto quelli a breve termine, sono perfezionabili, riteniamo quindi che le quantità di costruizioni che verranno realizzate dovranno essere in una prima fase assolutamente inferiori a quelle previste nel piano strutturale. In quest’ambito riteniamo necessario dare elementi di certezza, in tempi ristretti, al ragionamento sulla perequazione – e di conseguenza alla riduzione di impatti urbanistici su altre aree della città – che si è avviato in questi mesi e di cui l’anticipo di variante sulla declassata si fa elemento portante. Utile – in quest’ottica, procedere con celerità alla definizione – su queste basi e con percorsi effettivamente partecipativi – agli appuntamenti di revisione di strumenti quali il Regolamento Urbanistico e a progetti operativi su zone attualmente degradate, quali il macrolotto zero.
Mentre sulla Variante Generale al Piano strutturale è stato definito un percorso partecipativo con alcuni limiti ma pur sempre positivo, sull’ anticipazione non si è cercato un confronto partecipativo adeguato agli obiettivi della norma regionale e alle aspettative della città. Le valutazioni di incidenza e strategiche dal punto di vista ambientale di questo stralcio sono insufficienti, perché prive di quegli elementi di contesto che solo la variante generale potrà approfondire, si pensi all’impatto della terza corsia dell’A1 con i suoi nuovi caselli, mentre queste sono dichiarate essenziali dalla normativa regionale.

Questo insieme di motivi ci fanno ritenere che il dibattito ed il confronto nel governo, nella città e con la città devono avere ulteriore impulso ed è quello che ci impegneremo a sollecitare anche nei prossimi mesi, volendo sostenere un percorso che, avviato con queste criticità, possa trovare una sua diversa e positiva conclusione
Sinistra Democratica, Verdi, Rifondazione Comunista Prato

C'è Sinistra

C’è una Sinistra che non si è fermata al 14 aprile ma di quella sconfitta elettorale ha raccolto gli ammonimenti per ragionare su se stessa, per rimediare ai propri errori, alle infinite liturgie, ai peccati di presunzione. C’è una Sinistra che ha deciso di proporre un processo costituente che non sia la semplice somma delle appartenenze ma un’esperienza di innovazione profonda. Un progetto politico che raccolga esperienze, culture, passioni civili e tensione morale. Un progetto condiviso, costruito dal basso, capace di affrancarsi dalla prudenza dei “gruppi dirigenti”, dalla ritualità delle attese e dei rinvii.

Sapendo che, nel paese, la sinistra sociale e civile è molto più avanti dei congressi che hanno preteso di rappresentarla. La risposta che arriva da questi congressi ci dice che non tutti saranno disponibili. Amici e compagni che su questo tema si erano spesi con passione, si mostrano adesso tiepidi, preoccupati di non abbattere i recinti delle loro storie, come se l’ostacolo oltre il quale lanciare il cuore sia diventato improvvisamente troppo alto. L’ostacolo è sempre lì, di fronte a noi. È un muretto sgretolato, fatto di diffidenze, calcoli, ansie identitarie. Davanti a questo muretto è franata l’esperienza di Sinistra Arcobaleno, un generoso progetto comune che si è risolto in un cartello elettorale, un’intesa di vertici di partito in cui ciascuno restava geloso del proprio nome, della propria storia, dei propri inossidabili simboli…
Siamo stati sconfitti perché siamo apparsi per ciò che eravamo: una collezione di piccole patrie senza un progetto per il paese. Se la sfida oggi dovesse ridursi a conservare confini e bandiere di quelle patrie, vorrebbe dire che il cuore è rimasto inchiodato a terra. Da questa parte del muro.

Non per noi. Non per Sinistra Democratica che rilancia in questi giorni il proprio impegno per un processo costituente a sinistra: urgente, rigoroso, largo, aperto. La Costituente su cui
siamo impegnati non è la liquidazione dei partiti della sinistra ma un cantiere politico che porta in sé lo sforzo di una ricerca, la scelta di misurarsi con nuovi linguaggi, nuovi riferimenti, con un nuovo sguardo sulle cose di questo tempo.
Il punto d’arrivo è una nuova sinistra, capace finalmente di riorganizzare e spostare in avanti i segni di tutte le culture che si porta dentro. Non un museo ma un laboratorio. Non una somma di recinti (i socialisti con i socialisti, i comunisti con i comunisti, gli ambientalisti con gli ambientalisti, la società civile con la società civile, i radicali con i radicali…) ma un campo da seminare insieme. Con un primo urgente banco di prova: la riorganizzazione di un’opposizione di cui oggi il paese è orfano, un’opposizione che rimetta al centro dell’agenda politica quei temi – il lavoro, la precarietà, le disuguaglianze, le nuove povertà, i diritti negati, le garanzie violate - che il governo Berlusconi considera poco più che bottino elettorale.
La Costituente di Sinistra non subirà alcuna moratoria: è già in campo, e ci impegneremo perché possa confrontarsi con gli elettori già a partire dalle amministrative e dalle europee del prossimo anno. Certo, nessuno è così ingenuo da pensare che a un nuovo soggetto politico della sinistra si possa arrivare in pochi mesi con un frettoloso atto notarile. Ma nessuno può fingersi talmente sprovveduto da pensare che questo processo possa essere rimandato a tempi migliori. Il tempo per la Costituente di Sinistra è adesso, perché adesso va ricostruito un centrosinistra di nuova cultura politica, perché adesso va restituita visibilità e responsabilità a tutte le voci della sinistra, perché questo ci chiedono gli elettori che il 14 aprile ci hanno voltato le spalle e che non vogliono dover continuare a scegliere tra partiti brevi e chiusi, parole desuete, reducismo… Quattro congressi, dodici mozioni: questo è il presente della sinistra italiana. Non può essere anche il futuro. Sinistra Democratica lo ha sostenuto nella propria assemblea nazionale: dobbiamo aprire un cantiere, discutere e lavorare insieme su forme, modalità, tempi e soprattutto contenuti. Insieme non significa nel chiuso dei nostri gruppi dirigenti. Pensiamo alla domanda di nuova politica che arriva dalla sinistra sociale e diffusa: decine di associazioni, percorsi collettivi, storie individuali di impegno e di militanza, di pensiero critico e di battaglia politica che in questi anni hanno rappresentato - da Vicenza a Palermo, da Firenze a Locri - la migliore coscienza civile del paese: la Costituente è il luogo politico in cui ciascuna di quelle storie può ritrovare voce, sovranità, responsabilità. Dobbiamo fare presto e bene. Evitando che a decidere per noi sia una nuova legge elettorale. Far nascere un progetto unitario come una necessità legata alle cifre di uno sbarramento sarebbe una fuga, non una scelta. Gli elettori ci hanno detto che dalla sinistra non vogliono finzioni o tatticismi ma assunzione di responsabilità. Per questo chiediamo a chi si riconosce in questa urgenza e in questo percorso di farsi avanti: la Costituente di Sinistra deve essere un processo plurale, aperto, inclusivo. Di pari dignità, di reciproca responsabilità. Senza ospiti né padroni di casa. È ciò che il paese si aspetta da noi.


Claudio Fava coordinatore nazionale Sinistra Democratica

martedì 8 luglio 2008

Sinistra Democratica a PIazza Navona


Comunicato Stampa

Sinistra Democratica di Prato parteciperà all’iniziativa.di oggi 8 luglio in Piazza Navona unendosi a tutti i cittadini che vogliono far sentire la loro voce contro chi mira a garantire immunità e privilegi per pochi.
Ma non può essere una manifestazione polemica verso altre forze del centrosinistra bensì un atto di protesta civile e di rinnovata adesione ai principi della nostra Costituzione e delle sue Istituzioni. L’occasione dell’8 luglio non può essere sprecata, può essere davvero l’inizio di una nuova stagione per unire nelle piazze italiane tutta l’opposizione a questo governo in difesa della legalità e della Costituzione.