L'impressionante fuoco mediatico a favore di Veltroni e del PD non deve stupire più di tanto. Ci sono in questo fenomeno gli aspetti ridicoli e un po' mascalzoni del nostro giornalismo come testimonia (ma è solo un piccolo esempio) il titolo di un grande quotidiano che presenta Finocchiaro e Borsellino in Sicilia come un ticket del PD. Si tratta di un falso, ma tutto serve ad alimentare la batteria di fuoco pro PD. La RAI poi, meriterebbe da sola un capitolo a sé. C'è poi sicuramente l'interesse dei gruppi economici forti a sostenere ed ispirare un partito amico loro che viene non a caso presentato come l'unica scelta che può contare. E c'è anche però una lezione per noi ovvero, che la campagna elettorale si combatte subito, ogni giorno, con le proposte e con l'iniziativa serrata.
Non è più il tempo di limitarsi a dire "la sinistra e il PD non saranno fratelli coltelli". Adesso si compete, il tempo dei pranzi di gala è finito.Accanto alle proposte vere e proprie – che speriamo vivamente siano asciutte,e facilmente comprensibili – bisogna argomentare politicamente le ragioni del voto per la Sinistra Arcobaleno. Noi ne vediamo alcune chiarissime che vanno evidenziate adesso se non vogliamo inseguire gli argomenti altrui. La prima ragione è che il voto alla sinistra è utile perché è l'unico che garantisce alle donne che non si scambierà la loro libertà e dignità e il loro corpo con le diplomazie verso il Vaticano. Attenzione: nessuno dice che la legge 194 è da cambiare, ma il fatto è che la si vuole snaturare espropriando le donne della loro autonomia di scelta. Questa è la vera questione in gioco. Il PD dice che l'aborto va lasciato fuori dalla campagna elettorale perché non vuole spendersi fino in fondo a tutela dello stato di diritto e del compromesso tra stato e decisione della donna contenuto in quella legge. "Più rispetto delle donne, meno paura del vaticano".
Non è più il tempo di limitarsi a dire "la sinistra e il PD non saranno fratelli coltelli". Adesso si compete, il tempo dei pranzi di gala è finito.Accanto alle proposte vere e proprie – che speriamo vivamente siano asciutte,e facilmente comprensibili – bisogna argomentare politicamente le ragioni del voto per la Sinistra Arcobaleno. Noi ne vediamo alcune chiarissime che vanno evidenziate adesso se non vogliamo inseguire gli argomenti altrui. La prima ragione è che il voto alla sinistra è utile perché è l'unico che garantisce alle donne che non si scambierà la loro libertà e dignità e il loro corpo con le diplomazie verso il Vaticano. Attenzione: nessuno dice che la legge 194 è da cambiare, ma il fatto è che la si vuole snaturare espropriando le donne della loro autonomia di scelta. Questa è la vera questione in gioco. Il PD dice che l'aborto va lasciato fuori dalla campagna elettorale perché non vuole spendersi fino in fondo a tutela dello stato di diritto e del compromesso tra stato e decisione della donna contenuto in quella legge. "Più rispetto delle donne, meno paura del vaticano".
La seconda ragione del voto utile riguarda la guerra: l'unica garanzia che L'Italia non parteciperà a dissennate azioni armate nei Balcani è il voto alla Sinistra. L'unica certezza che si cercherà una strada meno rovinosa per l'Afghanistan di quella di una azione militare che dopo sei anni palesemente non funziona è la scelta per la sinistra. "Meno guerra, più buona politica".
La terza buona ragione è il disarmo: l'Italia è al trentaduesimo posto per la ricerca scientifica e al quarto per spese pro capite per armi e difesa. Di fronte al riarmo impressionante in corso, di fronte all'evidenza che qui sta una delle radici dell'ineguaglianza spaventosa e dei pericoli per l'umanità, solo la sinistra prende impegni chiari. "Meno spese militari, più soldi alla scuola e alla ricerca".
Al quarto posto, non certo per importanza, sta il lavoro. Bene che se ne torni a parlare, dice Epifani. Ma, impresa e lavoro sono uguali? La Sinistra pensa di no e sceglie: per un paese più giusto e moderno bisogna ridare riconoscimento e dignità al lavoro. Prima o poi lo spieghiamo a un dibattito televisivo che se i salari non sono stati al centro della politica del Governo Prodi, benché la Sinistra lo chiedesse, è perché non hanno voluto Padoa Schioppa e i veti del PD? I co.co.co. e i co.co.pro. sono in gran parte lavoratori dipendenti mascherati e questo imbroglio lo conoscono tutti. Il PD propone ora di dargli un salario minimo, ma non di superare l'imbroglio. Non sarà più riformista svelare l'inganno e cambiare quelle norme della legge 30, operazione che non costa ai contribuenti, ma chiede alle imprese quella responsabilità sociale che dopo anni di crescita dei profitti è il minimo che si può chiedere? La redistribuzione così non avverrebbe solo a spese dello Stato (con il calo delle tasse sul lavoro), ma con una divisione dei benefici della produttività più equa. "Più diritti e salari, meno sconti a tutte le imprese"
Quinto. A proposito di redistribuzione bisogna chiedere una tassazione più giusta, anzitutto delle rendite. E poi, visto che la ricchezza si può ripartire verso il basso attraverso salari, pensioni e servizi bisogna necessariamente rafforzare lo Stato sociale in controtendenza con lo svuotamento perseguito in questi anni. Un asilo nido è indispensabile quanto un pronto soccorso, l'immigrazione è essenziale per il funzionamento del nostro sistema, e la politica per sostenere la non autosufficienza, per assicurare alle donne la libertà di lavorare non si risolve con un bonus in denaro, ma contando su una rete di servizi forti e di qualità: qui c'è il pilastro di una maggiore giustizia sociale e di un progresso economico. Quando Veltroni dice che si devono tagliare tre punti di spesa pubblica cosa accadrà per sanità e servizi? Il voto alla sinistra è l'unica garanzia che si vada verso il rafforzamento del welfare. "Più Stato Sociale, meno regali alle rendite".
Sesto. L'ambientalismo del "si" proposto da Veltroni è speculare a quello del "no": li non va bene niente, qui va bene tutto. Invece ci vuole l'ambientalismo della qualità. La garanzia sta nella sinistra arcobaleno che non deve rendere conto ai grandi interessi economici, ma tiene a cuore i beni comuni. "Più qualità allo sviluppo. "Meno scempio di risorse e territorio".
Settimo. In Italia, la libertà di divorziare senza attendere troppi anni, i diritti degli omosessuali, il testamento biologico, il rifiuto del modello unico di famiglia, la garanzia, come accade in Europa, che uno stato paternalista non decida al posto nostro, sta solo a sinistra. "Più libertà per le persone, meno ipocrisie conservatrici".
Ottavo. Il conflitto d'interessi non ha trovato ancora soluzione. La volta scorsa, perché D'Alema diceva che Berlusconi si sconfigge politicamente, più recentemente invece, perché c'era da fare, insieme a Forza Italia, la legge elettorale bipartitica. Anche qui, il voto a sinistra è l'unica speranza. Infatti chi ragiona in termini di potenza sostenendo che le armate televisive di Berlusconi non si possono toccare ed è meglio venire a patti chiedendo spazi a Mediaset, non ragiona in termini liberali. La sinistra in Italia è più liberale dei democratici. "Più soggetti televisivi, meno favori a Mediaset".
La nona ragione è la questione morale. Non c'è legalità, nè lotta alla mafia se non si moralizzano vita pubblica e partiti. E non ci pare che il problema sia solo dalle parti di Ceppaloni. Qui ci vuole coraggio: avanti con la legge per liberare le nomine in sanità dalla pressione politica, abolizione degli enti e società nate ad uso del potere, restrizione degli emolumenti agli eletti, passi indietro dalle giunte impresentabili. Quella della questione morale è una sfida difficile, ma è quella vitale. " Più politica nella società, meno partiti nelle nomine"
Ed infine la politica-politica: chi non desidera che il PD si butti nella grande coalizione ha un solo sistema per scongiurarlo, far arrivare tanti voti alla sinistra.
Una postilla sul '68. A parte che il 6 politico non data a quell'anno, molti elettori ricordano cosa era l'Italia prima di quel grande cambiamento: provinciale, ottusa verso le donne, con le classi differenziali nella scuola pubblica... anche in questo caso i liberali e i progressisti stanno più a casa nostra che dalle parti del Loft. Voler essere insieme Sarkozì, Obama, Zapatero va bene forse per gli spot, un po' meno per la realtà vera delle cose e delle persone e per questa Italia bisognosa di una svolta di giustizia, libertà e civiltà.
Gloria Buffo e Marisa Nicchi*
Parlamentari di SD
Nessun commento:
Posta un commento