Appreso dalla stampa la notizia della individuazione del sito idoneo per la realizzazione di un Cie (Centro di identificazione e espulsione) nel territorio del Comune di Campi Bisenzio, peraltro in prossimità della Provincia di Prato, manifestiamo la nostra perplessità su tale strumento.
Crediamo che i Cie rappresentino un modello inadatto per affrontare il problema dell’immigrazione. Un organizzazione umanitaria indipendente e imparziale come Medici Senza Frontiere ha realizzato un apposito monitoraggio di tutti gli undici Centri di Permanenza Temporanea italiani incentrando la valutazione sull’assistenza sanitaria, sulle strutture di accoglienza, sul rispetto dei diritti umani e ne ha tratto un giudizio sostanzialmente negativo.
Ma la questione che riguarda i CIE è solo un elemento contingente di discussione, è necessario ed improcrastinabile, invece, predisporre, seriamente e senza fughe in avanti, nuove e adeguate politiche sull’immigrazione che siano allo stesso tempo efficaci e civili. Temiamo che su questa materia si siano ormai consolidati approcci superficiali che si fondano sul binomio immigrazione/insicurezza, approcci sapientemente indotti anche con campagne mediatiche e tali da incidere anche sulle politiche locali che sempre più sembrano portate ad adottare soluzioni securitarie.
Crediamo sia giusto, invece, interrompere la spirale perversa che, a fronte di problemi veri di natura sociale, economica e culturale pone in essere un modello culturalmemente arretrato, fondato sulla repulsione verso l’altro, un modello che non appartiene alla nostra civiltà. Ciò non deve indurre, tuttavia, a scendere in un compassionevole atteggiamento buonista verso chi non rispetta le regole di una comunità civile.Sarebbe pertanto grave se si portassero avanti interventi specifici senza individuare azioni di sistema capaci di affrontare complessivamente i fenomeni legati alle dinamiche migratorie peraltro senza il coinvolgimento dei soggetti istituzionali e sociali del territorio. Non si può essere federalisti a giorni alterni e non riconoscere nei livelli sociali e istituzionali i soggetti con cui prendere decisioni così rilevanti.
Ma a Prato, la classe dirigente, dopo la querelle dei militari da impiegare per la sicurezza urbana, nonostante non esistessero luoghi sensibili da proteggere, cosa ne pensa? A tal proposito presenteremo una mozione in consiglio comunale e provinciale per avviare una discussione seria e trasparente.
Tommaso Rindi Consigliere Comunale - Verdi
Michele Mezzacappa Consigliere Provinciale – Sinistra Democratica
Nessun commento:
Posta un commento